domenica 14 ottobre 2012

Fantasmi sul lungomare di Istanbul


Imbustata dentro l'abito elegante del lavoro, me ne stavo seduta in un angolo buio di un piccolo molo sul lungomare di Istanbul; le gambe penzoloni sul mare, la macchina fotografica appoggiata per terra e lo sguardo perso al confine tra le luci del mondo e il silenzio della natura .
Ero nervosa, stanca, la stanza d'albergo mi soffocava e così sono uscita: avevo bisogno del mare, avevo bisogno di star sola per un po', di ascoltare le onde infrangersi contro le rocce, il click della macchina fotografica, i miei pensieri prendere la rincorsa e lanciarsi con un gran balzo in quel mare scuro e senza fine.

Ho scattato questa foto, mi sono assicurata che, nonostante non avessi con me il cavalletto, non fosse venuta fuori proprio una schifezza, e poi mi sono rituffata nelle correnti del mondo.

La sorpresa é arrivata a casa, l'immagine che appare nitida sullo schermo gigante del mio Mac...e quei fantasmi, davanti a me, silenziosi, apparentemente invisibili, eppure lì a ricordarmi che chiudere i cassetti a chiave non serve a nulla, loro sono aria, loro stanno fuori e dentro di noi, qualsiasi trucco escogitiamo per fingere che non esistano.

Sono i fantasmi del non detto, del non fatto, del mancato coraggio, dei sogni infranti, delle opportunità di cui siamo stati privati. Si incollano all'anima e restano lì, inspiegabilmente, sembrano parassiti che si nutrono della nostra felicità o forse sono solo guardiani che tentano di preservarla.
Non sono storie d'amore finite, non sono amicizie andate in fumo, non sono rapporti umani spezzati dal tempo, NO, quelli sono fatti di carne, sangue, passioni, urla di gioia, lacrime amare ; i fantasmi sono atti incompiuti, storie d'amore mai iniziate, amori non corrisposti, sentimenti che non abbiamo mai avuto il coraggio di confessare, scuse che non siamo riusciti a pronunciare, abbracci che non siamo riusciti a dare e parole, parole, parole che abbiamo lasciato morire in gola.

Sono un sorriso che ci spezza il fiato anche a distanza di molto tempo ma che ci costringe ad abbassare lo sguardo e non ne conosciamo il motivo, sono profumi che ci restano nel naso e ci portano lontano ma sappiamo che resteranno nell'aria e sulla nostra pelle non si poseranno mai, sono mani che ci sfiorano e occhi che ci parlano ma che non ci apparterranno, non oggi, non qui, sono vibrazioni inconfondibili che annebbiano la mente ma che ci inchiodano tra mille paure e sfumano in un attimo che non abbiamo saputo cogliere.

Il lungomare di Istanbul quella sera ne era pieno, erano i miei fantasmi, respiravano il mare anche loro, un pò preoccupati per la sempre crescente mancanza di spazio in cui li costringevo a vivere, non li ascoltavo da troppo tempo e nessuno di loro riusciva a "passare oltre" . Ho promesso di ascoltarli di più e più spesso, ho promesso ad alcuni di loro che mi sarei impegnata per lasciarli andare, gli ho spiegato che ad una certa età "lasciar andare" non é più tanto facile, che ci si attacca di più alle cose, che non si riesce più a vivere in superficie, che la profondità aumenta e anche le piccole ferite bruciano come fossero squarci nella carne .
Hanno capito, si sono messi buoni buoni seduti al loro posto in attesa che il tempo faccia ciò per cui é stato progettato ... cancellare !

Chissà se i fantasmi possono solo "andare" o se possono anche tornare ...


1 commento:

  1. non è detto che i fantasmi, qualora fossero "nati" , sarebbero stati così...belli, oppure migliori delle cose che invece son nate al loro posto...
    la vita è fatta anche di rimpianti , ma suppongo che la maggior parte di essi sia riferito a cose che si sarebbero comunque spente dopo poco ;)

    RispondiElimina