martedì 12 febbraio 2013

Tie-break

La vita e la pallavolo, quella sotto un tetto o quella sotto il sole, non fa differenza in questo caso, si somigliano. Si somigliano più di quanto mi fossi mai accorta in 20 anni di pallonate, date e ricevute!

Non puoi mai dire di aver vinto finché l'ultima palla non é andata giù e anche allora dovrai aspettare il fischio dell'arbitro, perché non sei tu a decidere, c'è un giudice che lo fa per te ... e i giudici possono sbagliare, possono vedere una mano sotto quell'ultima palla, una mano che non c'é e allora non é finita, il gioco va avanti!

Quella palla che corre beffarda sul nastro dove cadrà? Non puoi rilassarti finché qualche misteriosa forza (o sfiga) non la farà cadere da una parte o dall'altra.

Giochi contro l'ultima in classifica e per una sfigatissima serie di eventi becchi la giornata storta per tutta la squadra; perdi e perdi male . Eppure la squadra era allenata e preparata e loro erano davvero da fondo classifica.

Fatichi anni per arrivare ad essere un buon giocatore, sacrifichi tutto, consumi quantità incredibili di scarpe, ginocchiere, magliette e pantaloncini e ormai ci sei, esperto, preparato, grintoso e sicuro, poi ti distrai un momento, preso dal flusso continuo della vita e all'improvviso senza sapere come ti ritrovi relegato a fondo panchina. Ma chi diavolo é quello che gioca al posto mio? 

Un giorno entri in palestra e quello che fino a ieri era il tuo avversario diventa tuo compagno di squadra e il tuo compagno di squadra diventa tuo avversario e sei costretto a rivedere tutte le tue idee, i tuoi pregiudizi giusti o sbagliati che fossero.

Stai vincendo 2-0, hai vinto facile due set e niente può far pensare che perderai il terzo. Eppure perdi e perdi male e non ricominci più, a vincere, e perdi il quarto, il quinto, la partita tutta !

La vita? La vita é come il campo!

E' una partita infinita fatta di decisioni arbitrali che influenzano il corso della gara,  di palle "merda" che ti cadono davanti al naso e smontano qualsiasi tua certezza, di giornate storte che se va bene influenzano l'immediato e se va male pregiudicano il lungo termine, di sacrifici buttati al vento, di grandi soddisfazioni o infinite delusioni, di beffe memorabili che non potrai far altro che incassare, di sconfitte inattese che pesano come macigni proprio quando pensavi filasse tutto liscio, di grandi vittorie insperate, di gente che va e che viene, intrecci assurdi che pensavi impossibili di esseri umani tanto diversi e lontani per caratteri, età e stili di vita, di addii e di ritorni, di meravigliosi imprevisti, rovinose cadute, spettacolari ribaltoni, di fischi dell'arbitro che si confondono con quelli del pubblico, di spalti che tifano per te o contro di te, di mani che si incontrano a fine partita o non si incontrano mai più.

La vita, come il campo, é un attimo. 
Un attimo fatto di scelte e fortuna.


1 commento:

  1. Meravigliosa metafora, soprattutto per chi vive quel mondo e capisce l'emozione che c'è dietro ogni tua parola...
    Bellissimo scatto oltretutto... complimenti!

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